lunedì 1 giugno 2015

federicadaga.net è on-line

Finalmente il nuovo sito è on-line, potete trovarlo a questo link:


Troverete tutti i contenuti, le news e le informazioni sul mio lavoro come portavoce alla camera e come attivista sul territorio. 
Sul sito inoltre saranno consultabili tutti gli articoli che ho pubblicato finora su questo blog.

Vi invito a seguirmi dal sito anche tramite i social network 

martedì 26 maggio 2015

Trasferimento Blog



Da lunedì 1° giugno sarò On-line con il nuovo sito che avrà una nuova veste grafica e nuovi contenuti, oltre naturalmente a quelli con cui vi tengo aggiornati sulla mia attività di portavoce

Potete trovarlo a questo indirizzo:


a presto!

sabato 23 maggio 2015

Acqua, M5S: "Nel Lazio un'aggressione inaudita al bene pubblico"

Acqua, M5S: "Nel Lazio un'aggressione inaudita al bene pubblico"

Roma, 22 maggio 2015 - «Ci preoccupa la notizia del possibile commissariamento della Regione Lazio per mancata legiferazione in materia di organizzazione del Servizio idrico integrato. Esiste una legge approvata all'unanimità dal Consiglio regionale per la gestione pubblica del SII di cui mancano però i decreti attuativi che una volontà politica impermeabile alla volontà di sindaci, comitati e cittadini sta evitando di discutere. Da tempo il Movimento 5 Stelle è impegnato in Consiglio Regionale per sollecitare la discussione della legge 238, elaborata dai Comitati per l'Acqua Pubblica, perl'individuazione degli Ambiti Territoriali Ottimali e la 241, elaborata dal M5S per modificare la legge 5 per superare l'impugnativa della Corte Costituzionale». È il commento della Commissione Ambiente del M5S alla Camera sottolineando il lavoro svolto dal M5S Lazio.

«Il commissariamento - sostiene il M5S Lazio - rappresenta una chiara via di fuga calata dall'alto per evitare di gestire l'acqua secondo i principi dettati dagli esiti referendari aprendo di fatto la strada ad ACEA spa come gestore unico nel Lazio. È chiaro che tutto ciò fa comodo al PDlaziale che così non tradirebbe il patto con ACEA spa. Non ci piace l'atteggiamento di Refrigeri che da mesi stadichiarando di lavorare ad una proposta di legge sugli Ambiti di Bacino Idrografico senza alcun riscontro reale. Contemporaneamente diversi comuni Laziali che non hanno ancora ceduto le infrastrutture idriche al gestore del SII vengono diffidati a farlo dalla stessa Regione Lazio imponendo di fatto l'entrata in società, come la Talete spa gravemente indebitata».

Secondo il M5S, l'aggressione ai beni comuni partita dal PD con lo Sblocca Italia sta continuando la sua marcia con la complicità di Zingaretti che sta di fatto ignorando la volontà espressa dai cittadini tramite gli esiti referendari. Chiediamo l'immediatacalendarizzazione delle due proposte di Legge, la 238 e la 241, per la tutela di un bene comune come l'acqua, un diritto umano inviolabile che deve essere definitivamente estromesso dalle logiche di mercato.

http://www.beppegrillo.it/movimento/parlamento/2015/05/acqua-m5s-nel-lazio-unaggressione-inaudita-al-bene-pubblico.html

giovedì 21 maggio 2015

"In difesa dell'acqua del sindaco" - 26 comuni del Lazio ricorrono al Tar contro il "gestore unico" e lo Sblocca Italia

"In difesa dell'acqua del sindaco" - 26 comuni del Lazio ricorrono al Tar contro il "gestore unico" e lo Sblocca Italia

Mentre il Lazio rischia il commissariamento, da comitati e sindaci un'alternativa possibile.

Ieri mattina, presso la sede dell'Anci Lazio, sono stati presentati i ricorsi al Tar promossi da 26 comuni del Lazio per l’annullamento delle diffide della Regione Lazio a cedere le infrastrutture idriche al gestore unico.

Gli Avvocati Angelo Annibali, Alberto Floridi e Andrea Ruffini hanno illustrato i principi dell'azione legale che, pur partendo da un livello locale, presenta impatti potenziali a livello nazionale, chiamando in causa anche la disciplina comunitaria.

I ricorsi, in primis, contestano il contrasto tra le diffide inviate ai comuni dalla Regione Lazio e la Legge Regionale 5/2014 "Tutela, governo e gestione Pubblica delle acque", con la quale la Regione si è impegnata a ridefinire i nuovi Ambiti di bacino e i relativi Enti di Governo, azione da considerarsi preliminare rispetto all'imposizione ai Comuni a cedere le proprie infrastrutture idriche. Un passaggio quantomai urgente, dato che da fonti ministeriali giunge la notizia di un imminente commissariamento se la Regione Lazio rimarrà inadempiente sulla definizione dei nuovi Ambiti. Per evitarlo comitati e sindaci hanno presentato da mesi un testo di legge all'Assessore Refrigeri, tradotto nella proposta consiliare n°238, che rappresenta un'alternativa possibile e coerente ma che, attualmente, langue in VI Commissione.

La Regione Lazio è invece “puntuale” nell'esigere dai Comuni gli adempimenti previsti dallo Sblocca Italia, motivo per cui l'azione legale affronta anche la normativa nazionale. Nel ricorso, primo caso in Italia, si formulano infatti eccezioni di costituzionalità sull'art. 7 dello "Sblocca Italia" sotto un duplice profilo: sulla idoneità dello strumento del decreto legge, poichè secondo i ricorrenti difettano i presupposti di estrema urgenza dichiarati dal Governo; e sul rispetto del riparto delle competenze legislative tra Stato e Regione.

Sempre l'art.7, riguardo all'obbligo di affidamento del servizio idrico al gestore unico, viene inoltre rimesso al giudizio innanzi della Corte di Giustizia UE per la valutazione della compatibilità con l’art. 106 del Trattato. Le modalità di scelta del gestore cui affidare il servizio idrico, così come emergono dallo Sblocca Italia, entrano infatti nel merito delle caratteristiche del “nuovo” gestore cui i comuni devono affidare il servizio limitando, di fatto, la concorrenza e configurando un aiuto di stato a quelle poche imprese private che possiedono le caratteristiche indicate.

In secondo luogo - ma non meno importante - viene contestata l’idoneità di Acea ATO 2 S.p.A., per i comuni della Provincia di Roma e di Talete S.p.A., per quelli del Viterbese, riguardo alla conformità all’ordinamento comunitario degli attuali affidamenti sollevando, anche in questo caso, un tema scottante che riguarda anche altre multiutilities italiane. Nel caso di Talete S.p.A. viene meno anche il criterio di “efficienza ed economicità”, obbligando I comuni ad entrare in una gestione ormai fallimentare.

Tra i rappresentanti dei comuni presenti sono intervenuti quello di Montalto di Castro, di Civitavecchia e di Corchiano, ricordando come questa azione legale abbia profonde radici politiche, intrecciate con la difesa dei beni comuni e del territorio locale, in un momento in cui tali valori sono ogni giorno sotto attacco.

Valori che sono stati al centro della vittoriosa battaglia referendaria del 2011, della quale ricorrerà il quarto anniversario il prossimo 12-13 giugno.

Un anniversario che vedrà, ancora una volta, i comitati in prima fila a difesa di quel risultato.

Roma, 20/5/2015
Coordinamento Regionale Acqua Pubblica Lazio
www.acquabenecomune.org

mercoledì 20 maggio 2015

Renzi e lo Sblocca Italia commissariano Refrigeri e la Regione Lazio

Renzi e lo Sblocca Italia commissariano Refrigeri e la Regione Lazio

“Il governo Renzi pronto al commissariamento di quelle Regioni che ancora non hanno legiferato in materia di organizzazione del servizio idrico integrato. Sono 6 le Regioni interessate e oggetto di un prossimo dpcm con il quale vengono diffidate ad adempiere entro 30 o 90 giorni agli obblighi imposti dalla legge di stabilità in materia di individuazione degli enti di governo d'ambito per la gestione del servizio idrico sul territorio.
Trenta giorni verranno dati a Calabria, Lazio, Umbria e Marche, mentre 90 giorni verranno dati a Campania e Sicilia per individuare gli enti territoriali, ai quali la legge affida il compito di determinare le tariffe dell'acqua, approvare il piano d'ambito e i piani di interventi infrastrutturali sul territorio.
Se queste sei regioni non individueranno gli enti di gestione, Palazzo Chigi - d'intesa con il ministero dell'Ambiente - attiverà i poteri commissariali sostitutivi previsti dallo Sblocca Italia (dl 133/2014), avocando a sé questa attività.”

Questa la notizia che in questi giorni apprendiamo dalle agenzia stampa e dal notiziario “Quindici” di Federutility.

Comitati e Sindaci hanno presentato da tempo un testo di legge all'Assessore Refrigeri, tradotta poi nella proposta consiliare n. 238, che eviterebbe il commissariamento e che rappresenta l'alternativa concreta al sistema attuale e alla proposta di ATO unico tanto voluta dal Governo, ma che ad oggi risulta ancora ferma nei cassetti della VI Commissione presieduta dal PD Panunzi.

La Regione Lazio è stata invece rapidissima nell'esigere dai Comuni gli adempimenti previsti dallo Sblocca Italia, atto che ha spinto 26 comuni ad avviare una azione legale presso il TAR per l’annullamento delle diffide della Regione Lazio a cedere le infrastrutture idriche al gestore unico.

Mi domando se Refrigeri e Zingaretti preferiscano farsi commissariare piuttosto che discutere la legge sugli ABI proposta dai Comitati.

Mi domando che fine abbia fatto l’attuazione della Legge Regionale 5/2014 "Tutela, governo e gestione Pubblica delle acque", con la quale la Regione si è impegnata a ridefinire i nuovi Ambiti di bacino e i relativi Enti di Governo, azione da considerarsi preliminare rispetto all'imposizione ai Comuni a cedere le proprie infrastrutture idriche.

A quanto pare è iniziato il conto alla rovescia da parte del Governo…cosa fanno Refrigeri e Panunzi?

Non si possono permettere di tergiversare ulteriormente, trenta giorni passano velocemente, ahimè!

Come sempre noi sappiamo da che parte stare! A difesa dei beni comuni e dei territori, per il rispetto della volontà popolare, al fianco dei Comitati contro poteri forti, privatizzazioni e speculazioni.

Federica Daga
Deputata per il Movimento 5 Stelle – Commissione Ambiente


venerdì 15 maggio 2015

ACQUA: affidamenti alle Spa nella Legge Europea


In commissione Politiche Europee, alla Camera dei Deputati, è in discussione la Legge Europea 2014.
 
Si tratta di un provvedimento che viene redatto dal Governo, che si ripete all'occorrenza poiché consente l'adeguamento della normativa italiana alla disciplina comunitaria, utile anche a sanare eventuali procedure di infrazione.

Dati gli argomenti che tratto solitamente, quest'anno mi sto dedicando all'articolo 7, importante perché modifica la norma riguardante gli affidamenti dei Servizi Pubblici Locali alle società quotate in borsa.

Parliamo quindi di Acqua, Rifiuti e Trasporto Pubblico Locale dati in gestione a soggetti di diritto privato, Società per Azioni che risultano quotate in borsa o sue controllate.

La versione iniziale depositata dal Governo prevedeva che gli affidamenti diretti effettuati dopo la data del 1° ottobre 2003 "a società poste sotto il controllo di societa quotate cessano, improrogabilmente e senza necessità di apposita deliberazione dell'ente affidante, il 31 dicembre 2018".
 
Se la legge fosse stata approvata con questo testo, per gli affidamenti assegnati dopo il 1° ottobre 2003 si poteva riaprire da zero la partita della gestione pubblica visto che la scadenza veniva fissata al 2018.

Provocatoriamente abbiamo depositato questo emendamento (qui l'elenco completo)

7.1.
  Al comma 1, capoverso comma 22 sostituire le parole: cessano alla scadenza prevista nel contratto di servizio o negli altri atti che regolano il rapporto. con le seguenti: cessano al 31 dicembre 2015. 

col fine di sanare la situazione della illegittima salvaguardia degli affidamenti diretti a società quotate in borsa se effettuati prima del 1° ottobre 2003.

Troppo bello per essere vero! Pensate che per attuare quanto ci chiede l'Europa si stava finalmente dando anche attuazione al volere referendario!
Devono essersene accorti, e infatti lo scorso 4 maggio 2015, durante la discussione della Legge Europea in commissione, è spuntato fuori un emendamento del Governo, esattamente questo testo:

ART. 7.
  Sostituirlo con il seguente:
Art. 7.
(Disposizioni in materia di affidamento di servizi pubblici locali – Procedure di infrazione n. 2012/2050 e 2011/4003).
1. All'articolo 34 del decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 dicembre 2012, n. 221, il comma 22 è sostituito dal seguente:
  «22. Gli affidamenti diretti assentiti alla data del 31 dicembre 2004 a società a partecipazione pubblica già quotate in borsa a tale data e a quelle da esse controllate ai sensi dell'articolo 2359 del codice civile alla medesima data, cessano alla scadenza prevista nel contratto di servizio o negli altri atti che regolano il rapporto; gli affidamenti che non prevedono una data di scadenza cessano, improrogabilmente e senza necessità di apposita deliberazione dell'ente affidante, il 31 dicembre 2020. Gli affidamenti diretti a società poste, successivamente al 31 dicembre 2004 sotto il controllo di società quotate a seguito di operazioni societarie effettuate in assenza di procedure conformi ai principi e alle disposizioni dell'Unione europea applicabili allo specifico affidamento, cessano improrogabilmente e senza necessità di apposita deliberazione dell'ente affidante il 31 dicembre 2018 o alla scadenza prevista nel contratto di servizio o negli altri atti che regolano il rapporto se anteriori».
7. 4. Il Governo.

che va a sostituire in toto il primo testo depositato in Gazzetta Ufficiale, cioè quanto riporto di seguito:

Art. 7.
(Disposizioni in materia di affidamento di servizi pubblici locali. Procedure di infrazione n. 2012/2050 e 2011/4003).
      1. Il comma 22 dell'articolo 34 del decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 dicembre 2012, n. 221, è sostituito dal seguente:
      «22. Gli affidamenti diretti, assentiti alla data del 1o ottobre 2003 a società a partecipazione pubblica già quotate in un mercato regolamentato a tale data e a società da esse controllate ai sensi dell'articolo 2359 del codice civile alla medesima data, cessano alla scadenza prevista nel contratto di servizio o negli altri atti che regolano il rapporto; gli affidamenti che non prevedono una data di scadenza cessano, improrogabilmente e senza necessità di apposita deliberazione dell'ente affidante, il 31 dicembre 2020. Fermo restando quanto previsto dall'articolo 3-bis, comma 2-bis, del decreto-legge 13 agosto 2011, n. 138, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 settembre 2011, n. 148, e successive modificazioni, gli affidamenti diretti a società poste, successivamente al 1o ottobre 2003, sotto il controllo di società quotate cessano, improrogabilmente e senza necessità di apposita deliberazione dell'ente affidante, il 31 dicembre 2018 o alla scadenza prevista nel contratto di servizio o negli altri atti che regolano il rapporto, se anteriore».

Questa modifica è probabilmente intervenuta per il volere delle solite lobby che hanno chiesto di sostituire la data del 1° ottobre 2003 con il 31 dicembre 2004 garantendo così la prosecuzione di numerosi affidamenti fino alla naturale scadenza, perché probabilmente si sono accorti che numerosi affidamenti dati a importanti società quotate in borsa o sue controllate, sono stati fatti dopo il 1° ottobre 2003.

In sostanza, ancora una volta vengono garantiti i profitti di pochi sull'Acqua di tutti!



mercoledì 13 maggio 2015

Acqua sempre più privatizzata

In questo momento si trattano due provvedimenti alla Camera che riguardano l'acqua, uno sull'affidamento del servizio idrico e dei servizi pubblici locali tramite la Legge Europea e l'altro sulla vendita delle partecipate nel cosiddetto DDL Madia.

Tecnicismi per mantenere le privatizzazioni attuali e crearne di nuove.

Il tutto, ora che sono anche sospesa dalla Camera...